Il nome del co-fondatore di Forza Italia compariva nel testamento di Silvio: il Cavaliere gli ha donato 30 milioni di euro.
Neanche lo stesso Marcello Dell’Utri si aspetta di ricevere qualcosa da Silvio Berlusconi che, invece, ha scritto il suo nome nel testamento e gli ha donato 30 milioni di euro. Il co-fondatore di Forza Italia è stato intervistato in merito dal Corriere della Sera e ha affermato: “Certo che sono sorpreso. Non me lo aspettavo perché nulla mi doveva il mio amico Silvio. Io ho dato tutto a lui, la mia vita, tutto. Da lui ho avuto in cambio affetto. Ecco perché sono sorpreso e commosso“.
“Intanto – spiega dell’Utri su come utilizzerà i 30 milioni donati dal Cavaliere – serviranno anche per un progetto al quale lavoro da un anno. Una biblioteca di libri di letteratura siciliana nel cuore della Valle dei Templi. Sarà il mio dono e anche quello del mio amico Silvio per Agrigento Capitale della Cultura 2025. Sarà pronta per quella data“.
La reazione di Dell’Utri al testamento di Berlusconi
“Saranno state le sette e mezza ed è squillato il telefono – ha raccontato Marcello Dell’Utri a La Stampa in merito alla sua reazione al testamento di Silvio Berlusconi – . Era il notaio. Non le dico la mia meraviglia“. Il co-fondatore del partito del Cavaliere ha anche aggiunto che: “Berlusconi senza di me sarebbe stato sempre Berlusconi. Io senza di lui non sarei stato quello che sono“.
Il motivo dell’inclusione di Dell’Utri nel testamento
“Sono i soliti detrattori – commenta Dell’Utri in merito a chi ha affermato che Berlusconi abbia tentato di “comprarsi” il suo silenzio – seminatori di odio di professione. Non gli do peso, non mi interessa: non ho intenzione di farmi venire un altro tumore per questo. Ha voluto onorare il nostro legame. Un gesto che va aldilà della cifra in questione: un atto nobile per dimostrare quanto l’amicizia sia un valore fondamentale nella vita“.
L’ultima telefonata con Berlusconi
“Quando l’ho sentito per l’ultima volta? – risponde Dell’Utri sull’ultima telefonata con Berlusconi – Tre giorni prima che morisse. Era molto lucido. Stava organizzando le regole nuove per rifondare Forza Italia. Tra l’altro, mi aveva detto: ‘Ti potresti occupare tu di selezionare i prossimi candidati alle Europee?’. Gli ho risposto: ‘Se me lo chiedi, lo faccio. Anche se non sono interessato alla politica ormai’. E lui: ‘No, sei bravo a scegliere le persone‘. ‘Va bene – ho concluso – poi ne parliamo’. Come vede, non immaginava una fine“, chiosa il co-fondatore di Forza Italia.